Anche Novajo aderisce alla lettera della  Coalition of Innovation Media Publishers, di cui fa parte attraverso Anso rivolta al Parlamento Europeo e alla comunità dei lettori.

Versione Italiana

Finché continuerà il dibattito sulla creazione di nuovi diritti “connessi” o del cosiddetto “ancillary copyright” per gli editori, noi sosterremo la necessità di portare avanti un dibattito aperto, trasparente, basato su prove. Non abbiamo ancora visto alcuna prova o giustificazione per l’introduzione di questi diritti.

Come editori di notizie, informazioni e intrattenimento, rappresentiamo la libertà di stampa, i media innovativi, il pluralismo dei media e il giornalismo di qualità. Come media innovativi, moderni e lungimiranti, ci impegniamo a mantenere un contesto regolatorio aperto e competitivo che supporti le nostre attività.

L’introduzione dei diritti connessi in Germania e Spagna rende più difficile per noi crescere online, raggiungere nuovi pubblici e sviluppare nuovi mercati. Creano nuovi ostacoli all’ingresso degli editori per lo sviluppo online. In Spagna, siamo addirittura privati del controllo sui nostri contenuti e siamo obbligati ad essere remunerati tramite una società di gestione collettiva, che ci piaccia o no.

Mentre coloro che cercano di salvare o espandere tali diritti tentano di rivedere i loro intenti, continuiamo a credere che la creazione di nuovi diritti porti principalmente a una maggiore burocrazia e complessità per noi. Come aziende, cresciamo all’interno di un quadro normativo europeo che tagli la burocrazia, non che la aumenti. Cresciamo se raggiungiamo nuovi segmenti di pubblico e innoviamo per sviluppare il nostro business nell’era digitale. Per avere successo, abbiamo bisogno di un contesto favorevole alle imprese, non di uno che resti bloccato per anni in discussioni legislative, contenziosi e coinvolgimento di intermediari come le società di gestione collettiva. I nuovi “diritti connessi” non hanno alcun valore evidente per noi.

Questo discorso si sta già trascinando troppo a lungo. Quello che è iniziato in Germania nel 2009, che non è riuscito a raggiungere alcun risultato positivo in Germania e Spagna e che è stato respinto in Francia, Austria e Svizzera, è ancora in discussione sette anni dopo.

In Spagna, l’introduzione di un “ancillary” copyright irrinunciabile a favore degli editori ha causato la perdita di almeno il 15% del traffico web da parte dei piccoli editori del Paese. Secondo le stime, è costato al settore editoriale spagnolo 10 milioni di euro l’anno.

Crediamo fermamente che qualsiasi legislazione in materia di diritto d’autore debba dare agli editori la scelta di consentire la condivisione dei loro contenuti online. Aggregatori, motori di ricerca e altri servizi online generano traffico prezioso per i siti Web degli editori, in particolare per quelli più piccoli o locali, e la creazione di traffico dà enormi opportunità a questi ultimi di generare entrate attraverso la pubblicità.

Incoraggiamo l’Unione Europea a concentrare gli sforzi per la creazione del giusto contesto per una stampa europea lungimirante, moderna e diversificata. Li esortiamo, pertanto, a preservare il pluralismo dei media in Europa proteggendo i piccoli editori locali e regionali.

Invitiamo pertanto i regolatori europei a respingere l’articolo 11 o almeno a ridurre parte dei danni collaterali che ci aspettiamo ricadranno sugli editori di piccole e medie dimensioni, anche in vista del recepimento nella legislazione nazionale (1) assicurando che qualsiasi diritto di un nuovo editore sia revocabile, (2) prevedendo una durata ragionevole e che non si estenda oltre un anno dalla prima pubblicazione, (3) assicurando che tutti i collegamenti ipertestuali siano esclusi dall’ambito di applicazione e (4) che si applichino solo a brevi estratti che non soddisfano i criteri di originalità.

Versione Inglese

As long as the debate on the creation of new “neighbouring” or “ancillary” rights for publishers continues, we will argue for an open, transparent, evidence-based debate. We have yet to see any evidence or justification for these rights.

As publishers of news, information and entertainment, we stand for freedom of the press, innovative media, media pluralism and quality journalism. As innovative, modern, forward looking media, we are committed to maintaining an open and competitive regulatory environment that supports our businesses.

The introduction of a neighbouring right in Germany and Spain make it harder for us to grow online, reach new audiences and develop new markets. They create new barriers for entry for publishers to develop online. In Spain, we are even deprived of control over our own content, and obliged to charge via a collecting society, whether we like it or not.

As those who seek to salvage or expand those rights attempt to reframe their purpose, we continue to believe the creation of new rights will chiefly lead to more red tape and complexity for us. As businesses, we thrive for a European framework that cuts through red tape, not increases it. We thrive to reach new audiences and innovate to develop our business in the digital age. To succeed, we need a business-friendly environment, not one that will drive years of legislative discussions, litigation and the involvement of intermediaries such as collecting societies. New “neighbouring rights” are of no obvious value to us.

This debate has dragged on for too long. What started in Germany in 2009, failed to reach any positive outcome in Germany and Spain, was rejected in France, Austria and Switzerland, is still being discussed seven years later.

In Spain, the introduction of an unwaivable ancillary copyright in favor of publishers in Spain caused small publishers to lose as much as 15% of their web traffic. This is estimated to have cost the Spanish news publishing industry €10 million a year.

We adamantly believe that any publisher’s right must give publishers the choice to consent to the sharing of their content online. Aggregators, search engines and other online services drive valuable traffic to publishers’ websites, particularly smaller or local ones; and this traffic referral creates huge opportunities to generate revenue through advertising.

We encourage the EU to focus on creating the right environment for forward-looking, modern and diverse European press. We therefore urge you to preserve media pluralism in Europe by protecting small, local and regional publishers.

We therefore call on European regulators to reject Article 11 or at least reduce some of the collateral damage to small and medium-sized publishers we expect, including with a view to transposition into national law by (1) ensuring that any new publisher’s right is waivable, (2) providing for a duration which is reasonable and does not extend beyond a year from the first publication, (3) ensuring that all hyperlinks are excluded from the scope and, (4) applying only to short excerpts that do not meet criteria of originality.

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