Ai tempi della comunicazione globale digitale ogni azienda diventa una media company dato che ogni organizzazione, ogni ente, ogni brand deve associare al bene o al servizio che propone al mercato un altrettanto importante prodotto che si chiama informazione e contenuto.

Questo obiettivo richiede la trasformazione da organizzazione che produce beni o servizi a organizzazione che produce anche contenuti che si dota di una struttura organizzativa in parte editoriale e un approccio da media company, indipendentemente dalle caratteristiche della sua attività e dalle sue dimensioni. Il processo prevede una visione transmediale di tutto il lavoro di produzione di contenuti che nascono in una vera e propria brand newsroom.

In questo approccio il content marketing diventa il fulcro della proposta aziendale. Per gestire una offerta di contenuti l’azienda deve imparare a diventare editrice di se stessa ovvero imparare a raccontarsi in un modo interessante, utile e rilevante per i suoi pubblici di riferimento.

Il content marketing è l’impegno a rispondere alle domande più importanti dei propri pubblici, fino a diventare il punto di riferimento diretto a cui si rivolgono per ottenere conoscenze utili.

Il ruolo dei motori di ricerca, di Google sopra tutti diventa focale. I consumatori li usano per trovare in rete le risorse che servono a loro. Se le trova attraverso i contenuti della vostra, tornerà a cercarla anche in futuro, premiandola con comportamenti d’acquisto, fedeltà al brand, passaparola nei confronti di chi ha le sue stesse passioni.

L’azienda con questo obiettivo deve produrre contenuti di qualità e riuscire a farsi trovare, posizionandosi in relazione alle parole chiave che i pubblici di riferimento le famose buyer personas, cercheranno in rete.

Per riuscire a intercettare questa attenzione conta la qualità dei contenuti. Attraverso l’investimento in risorse umane dedicate e competenti e ripensare radicalmente la propria strategia di comunicazione e la propria organizzazione interna.

Il content marketing è la naturale evoluzione del marketing basato sui social media e sui contenuti per realizzare il cosiddetto interruption marketing che prevede di creare e posizionare contenuti multimediali che interrompono le attività del consumatore per poi  spingerlo all’azione.

I social media abbassano le barriere d’accesso alla comunicazione , ma richiedono tempo, competenze, risorse umane e materiali di qualità. Nei canali social, infatti, le persone parlano dei propri interessi, dei propri bisogni, delle proprie abitudini. E le aziende per la prima volta le possono intercettare non interrompendo ciò che fanno, ma rispondendo esattamente alle loro necessità.

I contenuti servono a generare o rafforzare la notorietà del brand, dei prodotti e dei servizi senza bombardare i propri target con strategie push, ma offrendo contenuti di valore per farsi conoscere come un soggetto autorevole e coinvolgente.

La produzione di contenuti porta a un coinvolgimento attivo attraverso cui trasformare i clienti più fedeli in veri evangelist, che condividono con gli altri la propria passione, diventandone promotori in prima persona.

Ma per produrre contenuti di qualità occorre lavorare sulle competenze di chi realizza i contenuti, sul tono di voce che caratterizza l’approccio distintivo e caratterizzante, allineato alla personalità e alle aspettative del pubblico e il canale scelto per comunicare dal sito alla newsletter, ai social network come Facebook, Twitter , LinkedIn, TikTok …

Altre scelte strategiche sono quelle del formato con cui il contenuto può essere veicolato : testo, , immagine, infografica, video, videotutorial, fumetto, app, newsletter, e la tipologia di contenuto che vengono preparati e calendarizzati attraverso un calendario editoriale dettagliato.

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