Di cosa parliamo quando usiamo il termine “sostenibilità”? E’ indubitabile che sia un termine inflazionato, per cui si rende necessario richiamare l’Agenda 2030 dell’ONU per cui la sostenibilità è riconducibile a tre dimensioni:

–       sostenibilità ambientale, dimensione che pone l’accento su un uso delle risorse ambientali che rispetti i vincoli posti dalla capacità di rigenerazione e di assorbimento da parte dell’ecosistema. Agire in modo sostenibile dal punto di vista ambientale significa puntare a salvaguardare e non compromettere i processi dinamici di autorganizzazione dei sistemi bio-ecologici;

–       sostenibilità sociale, focalizzata sulla necessità di puntare a un miglioramento delle condizioni di vita, tramite un maggiore accesso ai servizi sanitari, educativi, sociali e al lavoro, ma anche attraverso il riconoscimento e la valorizzazione del pluralismo culturale e delle tradizioni locali, il sostegno e la ricerca di pratiche di concertazione sociale nonché la necessità di un cambiamento sostanziale degli stili di vita dei consumatori, promuovendo comportamenti sociali e istituzionali sostenibili;

–       la sostenibilità economica, che procede dalla consapevolezza della necessità di una revisione degli attuali modelli di consumo da realizzarsi non solo agendo in un ottica di razionalizzazione, ma anche indirizzandosi verso la riduzione delle esternalità negativa sulla società. In questa dimensione, il principio di riferimento è quello di contribuire allo sviluppo della società riducendone costi e rischi, migliorando la qualità di prodotti e servizi, senza aumentare – o preferibilmente riducendo le possibili ricadute negative.

Le tre dimensioni della sostenibilità sono l’obiettivo della rendicontazione non finanziaria ossia, quell’attività che si esplica on il bilancio di sostenibilità con cui un’ente vuole informare i portatori di interesse, quelli che in gergo chiamiamo stakeholder, sui valori sociali e ambientali oltre che economici della propria attività.  Gli stakeholder sono i dipendenti, fornitori, clienti, comunità locali, media, investitori, finanziatori.

Attualmente il bilancio di sostenibilità è obbligatorio per le aziende quotate  o con più di 500 dipendenti e quelle del settore bancario-assicurativo, mentre è volontario per la restante platea di aziende ed enti. A breve lo stesso diventerà obbligatorio per gli enti pubblici e per quanti accederanno alle risorse del PNRR. Il Bilancio di sostenibilità è redatto secondo linee guida e standard di rendicontazione diventati oramai degli standard che vengono adattati alle caratteristiche dei singoli enti.

La scelta di presentare un bilancio di sostenibilità produce importanti benefici per l’ente a partire da una migliore organizzazione e gestione di processi interni alla azienda e vantaggi esterni che si traducono in una migliore visibilità, e maggiore affidabilità per gli interlocutori esterni.

Tra gli impatti aggiuntivi ci sono un accresciuto impatto ambientale e sociale e una migliore reputazione ambientale e sociale, la potenziale ricerca di nuovi modelli di business sostenibili, la riduzione dei costi operativi, una gestione dei rischi più efficiente, una maggiore probabilità di raggiungere gli obiettivi, migliora efficacia ed efficienza operative. La redazione del bilancio di sostenibilità è un processo che coinvolge in maniera diretta i collaboratori dell’azienda dato che normalmente viene creato internamente un gruppo di lavoro che si  interfaccia con le diverse funzioni aziendali condividendo valori, obiettivi e progetti in un ambiente positivo che agevola la gestione delle risorse umane.

Novajo nel suo processo operativo per la costruzione del Bilancio di sostenibilità, grazie all’esperienza maturata dei suoi professionisti, con incarichi universitari nel settore, ispirandosi ai criteri degli ESG (Environmental, Social and Governance ) e ai GRI Standards:

–       Definisce con l’ente metodi, approcci e tempistiche

–       Conduce interviste all’ interno dell’ Ente raccogliendo i dati e i documenti utili

–       Elabora un questionario da sottoporre alla Comunità per la redazione della matrice di materialità

–       Supporta la creazione di un gruppo di sostenibilità interno e ne anima il percorso

–       Realizza dei corsi di formazione per il gruppo di sostenibilità

–       Propone una prima scaletta del Bilancio di Sostenibilità e la discute con l’Ente

–       Realizza la prima bozza del lavoro finale integrandolo con grafica e immagini

–       Rivede la bozza e ne raccoglie osservazioni e correzioni

–       Prepara il lavoro finale e lo fornisce in formato digitale al cliente

–       Opzionalmente si occupa della certificazione del Bilancio di Sostenibilità a cura di un ente terzo

–       Opzionalmente segue la stampa cartacea del bilancio secondo le quantità richieste.

Per avere maggiori informazioni sul percorso e sui costi per realizzare un bilancio di sostenibilità scriveteci

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